[Approfondimento]
L'universo dell'analisi psicologica e della psicoterapia
"Analisi"
in psicologia è sinonimo di studio conoscitivo o auto-conoscenza, mentre la
"psicoterapia" ha come suo scopo precipuo la cura del disturbo
psichico. La risoluzione del disturbo, in realtà, può avvenire mediante l'una
o l'altra cosa; e quindi si dice, in questi casi, che l'analisi può avere
effetto psicoterapeutico.
"Psicoterapia"
può essere definita qualunque forma di trattamento sistematico di disturbi
psichici svolta prevalentemente attraverso l'interazione verbale fra terapeuta e
paziente. L'attività è generalmente distinta dall'azione somatica, fisica o
farmacologica sulla psiche e spesso contrapposta ad essa, ma in linea di
principio l'una cosa non esclude l'altra e, in alcuni casi, accade che si
rivendichi perfino una certa complementarietà.
È
difficile riuscire a dire quali e quanti siano gli approcci psicoterapeutici
attualmente in circolazione, ma è certamente importante, a scopo orientativo,
cercare almeno di raggrupparli nei loro principali filoni di derivazione
storica, impostazione teorica, metodologia pratica, ecc. Qualunque
schematizzazione è senz'altro parziale e discutibile, ma altrettanto utile a
livello funzionale.
Nella presente sede si preferisce seguire la disamina a grandi linee fattane da
Sadi Marhaba nella voce "Psicoterapia" dell'Enciclopedia Garzanti
di Filosofia,[1] sia per l'impostazione di
base che per la facile reperibilità della fonte. Di essa
si adotta la medesima ripartizione in una decina di gruppi,
modificandone l'ultima parte e rielaborandone la trattazione generale.
Gruppo 1
Psicoterapie direttive e razionali. [Esempi: terapia "protreptica"
di E. Kretschmer, psicoterapie "d'appoggio", ecc.] Questo filone si
contraddistingue per (a) l'intervento attivo del terapeuta, che usa tutta la
propria autorità per consigliare, convincere, influenzare, consolare, ecc. il
paziente, e per il fatto che (b) l'interazione professionale resta sul piano
meramente cosciente e razionale.
Gruppo 2
Suggestione e ipnosi. Sono terapie basate, appunto, sulla suggestione e sull'ipnosi, diffuse sin dall'Antichità, sebbene in contesti per lo più
magico-religiosi.
Gruppo 3
Rilassamento corporeo, training autogeno, ecc. Questo terzo gruppo
d'intervento terapeutico include ogni attività di rilassamento progressivo, di
concentrazione su elementi interocettivi o propriocettivi, di presa di coscienza
corporea, ecc., e ricorda molto da vicino l'antichissimo Yoga.
Gruppo 4
Psicoterapie catartiche, limite di tolleranza, ecc. [Ispirate al modello
di J. Breuer]. Tipo di attività basate sul principio che la condotta aggressiva
espressamente stimolata, in condizioni controllate, è in grado di suscitare una
catarsi che riduce la tendenza al manifestarsi della medesima o di altre condotte
violente nella vita ordinaria, in assenza di supervisione e controllo.
Gruppo 5
Drammatizzazione e disamina dei ruoli. A questo gruppo appartengono
terapie basate sull'espressività e la drammatizzazione, come lo psico- o il socio-dramma, il "role playing" con trama prefissata, ecc.; l'idea di
base è quella di stimolare nel paziente la presa di coscienza di atteggiamenti
e ruoli propri e di quelli altrui.
Gruppo 6
Psicoterapie fenomenologiche ed esistenziali. [Cfr. in queste pagine: Analisi e psicoterapia
esistenziale.] Appartengono a questo gruppo l'analisi esistenziale di
Binswanger, la terapia esperienziale di Whitaker e Malone, oppure la logoterapia
di Frankl e altri approcci d'ispirazione
filosofica, incluse alcune forme di consulenza filosofica concepita come "pseudo-Analisi
esistenziale", versata nel trattamento di "mali intellettuali"
mediante il potenziamento dell'auto-conoscenza, l'analisi razionale, ecc.
Gruppo 7
Terapie psicoanalitiche o d'ispirazione psicoanalitica. Corposo e
importante gruppo di psicoterapie di natura interpretativo-ricostruttiva. [Cfr. in
queste pagine:
Psicoanalisi e terapie d'ispirazione psicoanalitica.]
Gruppo 8
Terapie di derivazione psichiatrica e patologico-clinica. Approcci
non direttivi in cui si lavora solo sui sintomi patologici, senza fornire
interpretazioni, consigli, ecc. Nella psicoterapia relazionale di C. R. Rogers,
massimo ascolto e grande attenzione al paziente,
che si ritiene in grado di risolvere con i suoi stessi mezzi le proprie
difficoltà. [Cfr. in queste
pagine: Rogers e la terapia centrata sul cliente.]
In quella di H. S. Sullivan, centrale è il principio dell'importanza della
socializzazione e della acculturazione nella formazione della personalità,
vista come struttura fondamentalmente plastica e reattiva.
Gruppo 9
Ambito della psicologia accademica. [Esempi: terapia comportamentale,
cognitiva, umanistica, approccio interazionale della scuola di Palo Alto, ecc.]
Sotto questo gruppo si possono raggruppare alcune psicoterapie fra loro diverse,
ma accomunate dal fatto di provenire dall'ambito della psicologia accademica e
non da quello clinico e psichiatrico. Il terapeuta, in questi indirizzi, è
spesso direttivo e, più che considerare l'introspezione, inserisce il
disturbo psichico nel contesto di comunicazione entro cui gli individui si
trovano ad interagire.
Gruppo
10
Terapie dell'elemento mediatore. Un gruppo a parte è costituito dal crescente numero di
terapie che sfruttano gli effetti
(presumibilmente) psicoterapeutici di cose di
vario genere (elementi mediatori), per
fronteggiare il disturbo psichico. Si ricordano la musicoterapia, la cinematerapia e ogni altra forma psicoterapeutica che utilizzi l'arte in genere;
oppure la pet-therapy – che punta sul rapporto con gli animali –, o
altre forme analoghe basate sulla natura, sul verde di boschi e vegetali in genere,
su certa paesaggistica, ecc.; oppure su elementi dei più disparati, come i colori (cromoterapia),
il riso o il buonumore (clown-terapia e attività analoghe), ecc.; nonché su
occupazioni intellettuali, come la lettura o altro. In questo gruppo rientra a
pieno titolo pure ogni frequentazione di temi, metodi e autori dell'ambito
disciplinare filosofico a scopo eminentemente terapeutico (filosofoterapia).[2]
Altre psicoterapie, altri possibili gruppi...
Sotto raggruppamenti generali differenti andrebbero racchiuse altre
psicoterapie. Tra queste, ad esempio, da ricordare è la
"terapia gestaltica" (che nulla ha a che vedere con la Gestaltpsychologie)
elaborata da F. S. Pearls, con istanze intuizionistiche e basata sull'importanza
del "linguaggio del corpo" nel vissuto presente, nonché altre forme
d'intervento psicoterapeutico che non è possibile includere nei gruppi menzionati in
precedenza.
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Note
[1] S. Mahraba, "Psicoterapia", in Enciclopedia della Filosofia, Garzanti, Milano 1981, 1993, pp. 932-933.
[2] Si ricorda che larga parte della consulenza filosofica attualmente in circolazione pratica la filosofia per curare disturbi psicologici o pseudo-tali, rientrando con ciò in questa o quella forma di psicoterapia: cfr. Gruppi 6 e 10 della presente disamina. Sull'argomento, cfr. pure: § D1.1.12 - Filosofoterapia, psicofilosofia, counseling e relazioni d'aiuto presuntamente "filosofiche"; § D2.4.2 (c) - Discussione generale della consulenza filosofica; § E1.3.2 (l6) - Consulenza filosofica, analisi e psicoterapia.
A. Volpone © Sezione Pratiche Filosofiche di www.FILOSOfare.org - Luglio 2005 [ CL PS, pagina di 1 di 1]