[Commento]

Consulenza filosofica, analisi e psicoterapia

Il mondo della psicoterapia è davvero vasto. L'obiettivo della cura del disturbo psicologico può essere perseguito direttamente (come main-target, per dirla all'inglese) oppure indirettamente, come retroazione (o feedback). Altrettanto, il disturbo può essere molto grave, come nel caso delle psicosi, oppure lieve-lievissimo, addirittura insignificante; e di certo occorre ricordare che esiste pure una psicologia della normalità.
La consulenza filosofica ha davvero un bel da fare per cercare di differenziarsi dai mille approcci di analisi e psicoterapia attualmente in circolazione e, così stando le cose, è di certo più facile dire aver inventato qualcosa di diverso, piuttosto che perdersi in differenze spesso tanto sottili quasi da scomparire. In altre parole, non bisogna credere a ciò che affermano i consulenti filosofici: molti di essi fanno psicoterapia, ma – si suppone in buona fede – non lo ammetteranno mai. Dunque, meglio guardare a ciò che fanno, piuttosto che a ciò che dicono.

Un discrimine molto semplice è il seguente: attribuire alla consulenza filosofica l'obiettivo (come main-target o feedback) della cura del disturbo psicologico (per quanto lieve e insignificante possa essere il disturbo) significa farne una psicoterapia.

Sia chiaro, non si tratta di formulare giudizi di valore sui diversi approcci esistenti alla consulenza filosofica (fine normativo), ma riuscire a capire quali, fra di essi, si configurino come "pratiche filosofiche" e quali siano invece delle "psicoterapie" (fine descrittivo).

Chiarito questo, entriamo nello specifico. Le forme di consulenza filosofica che sono in realtà delle psicoterapie possono essere di due tipi: il primo rientra nella categoria delle Psicoterapie fenomenologiche ed esistenziali (cfr. L'universo dell'analisi psicologica e della psicoterapia, Gruppo 6), il secondo in quella definibile delle Terapie dell'elemento mediatore (cfr. ivi, Gruppo 10). Continuum.gif (8620 byte)Nell'uno e nell'altro caso, la consulenza filosofica giace, dal punto di vista epistemologico, lungo la dispersione delle psicoterapie situata sulla linea ideale che collega tra loro Psicologia e Filosofia (vedi figura a fianco). Questa linea prosegue da un lato verso Psichiatria, Medicina, Biologia, ecc., dall'altro verso Religione, Spiritualità, Ascetismo e cose analoghe. Nel mezzo di questi estremi si dispiega un continuum ideale degli approcci psicoterapeutici, che oscilla fra la medicalizzazione del disturbo psicologico secondo lo schema malattia-diagnosi-cura, con un rapporto terapeuta-paziente di tipo scientista, o comunque verticistico, e l'interpretazione del problema del cliente in termini di disfunzione, scompenso, difficoltà, perdita di senso e simili, cui corrispondono: (a) un'idea di risoluzione del problema in termini di chiarimento, sviluppo, crescita, ecc. e (b) un'impostazione dialogica più marcata e tendenzialmente paritaria dell'interazione professionale, molto prossima al rapporto d'amicizia.

Continuum2.gif (13325 byte)Che la consulenza filosofica sia più vicina alla filosofia come "pseudo-Analisi esistenziale" o come "Filosofoterapia" è difficile da stabilire: dipende dai singoli approcci degli operatori. Di certo l'una e l'altra forma psicoterapeutica su base filosofica giacciono verso il limite estremo di confine con la filosofia (cfr. Caso A e Caso B della figura qui a fianco), ma non sono "filosofia". Questo occorre affermarlo con forza, poiché si tratta solo e soltanto di "psicoterapia"; e basta.
Concepita come "Pratica filosofica", invece, la consulenza filosofica è – o, almeno, dovrebbe essere – "filosofia". In questo caso, lo schema rappresentato nelle figure di cui sopra non c'entra più, cioè perde di senso, poiché essa giace tutta al di fuori del Continuum ideale delle psicoterapie. Occuparsi della verità è una cosa (rivelata, metafisica, intersoggettiva, a misura d'uomo, relativa, situazionata o comunque si voglia intendere), occuparsi (dei problemi) del cliente è un'altra.
Si ripeterà: attenzione, non si dice che una occupazione (la consulenza filosofica come "Pratica filosofica" in senso stretto) sia migliore delle altre (la consulenza filosofica come psicoterapia, nella fattispecie: come "pseudo-Analisi esistenziale" oppure come "Filosofoterapia"), ma soltanto che l'una e le altre cose non sono – e non possono essere – la medesima.

 


 

A. Volpone © Sezione Pratiche Filosofiche di www.FILOSOfare.org - Luglio 2005          [ CMMNT, pagina di 1 di 1]