E1.1 Puntualizzazioni, chiarimentiSono varie le cose che andrebbero puntualizzate trattando di pratiche filosofiche. Il fenomeno è nuovo, magmatico, in continuo movimento ed espansione. Ogni tentativo di sistemazione razionale mostra i suoi limiti, e quello racchiuso nelle presenti pagine, probabilmente, non fa eccezione. Vi sono cose, tuttavia, su cui non è possibile transigere e si possono già fare alcune prime puntualizzazioni, a mo' di esempio, su questioni molto generali. In futuro, si spera che questa pagina possa assumere l'aspetto di una raccolta di FAQ (Frequently Asked Questions), che cerchi di fornire una risposta alle più comuni domande e richieste di chiarimento pervenute sul sito. A tal fine, indispensabile sarà la collaborazione del lettore.
E1.1.2 — Un'altra puntualizzazione può essere la seguente: le pratiche filosofiche non sono tout court consulenza filosofica (Philosophische praxis, Consultation philosophique, Philosophical counseling, ecc.), cura del sé o altro di analogo. Questo va detto con enfasi, come si può dire che le pratiche filosofiche non sono tout court il dialogo socratico, oppure il Cafè Philò o la Philosophy for children (con tutto il loro portato a livello psico-pedagogico, formativo, politico, sociale, ecc.); e così via. In altre parole, nessuna pratica filosofica può sussumere a se stessa ogni altra possibile, per ragioni sia storiche che teoriche. Tutte hanno pari dignità intellettuale rispetto al sopraordinato semantico racchiuso nel concetto appunto di "pratiche filosofiche". (Sull'argomento, cfr. quanto già osservato nella Breve riflessione a proposito di "Criteri di classificazione".) Eppure il principio menzionato si trova talvolta sconfessato, specie, bisogna dirlo, in lavori sulla consulenza filosofica. (Per fare solo un esempio, cfr. N. Pollastri, Razionalità del sentimento e affettività della ragione, «Discipline Filosofiche», 15, 2005, pp. 79-112: 79; l'autore definisce la consulenza filosofica «la più importante» delle pratiche filosofiche.) Questo è proprio paradossale, perché la consulenza filosofica è quella che più crea problemi e imbarazzo quando si parli di un orizzonte ermeneutico comune di riferimento, sia tra coloro che frequentano pratiche filosofiche altre rispetto alla consulenza e sia, a maggior ragione, tra studiosi e cultori della filosofia che guardino ad essa con interessi diversi da quelli della libera professione, remunerata secondo rapporti economici di natura sinallagmatica. E1.1.3
—
Un'altra convinzione – fortunatamente non troppo – diffusa è che il metodo delle pratiche
filosofiche sia uno soltanto (non si capisce quale), esplicitato,
realizzato sotto varia forma nei diversi contesti d'azione. L'idea nasce da un duplice fraintendimento di base:
(a) uno logico-formale, (b) l'altro sostanziale. E1.1.4 — Difficile rendere nullo il rischio di enfatizzare l'ovvio, purtroppo, nelle faccende umane, ma la filosofia, spesso, si nutre di sottigliezze. Altre puntualizzazioni seguiranno...
|
Pratiche filosofiche,
Vers. 2.0 © July
2005 |