Benvenuti
nella sezione "Pratiche filosofiche" di www.FILOSOfare.org.
A1. Premessa
La prima versione
della presente sezione, apparsa nel settembre 2001, consisteva essenzialmente in una linkografia ragionata di siti
Internet concernenti il variegato mondo delle pratiche filosofiche. Il
materiale era suddiviso in quattro sottosezioni tematiche
("Filosofare con bambini e adolescenti", "Caffè
filosofico", "Consulenza filosofica" e "Filosofia
per tutti"), fornite di una discussione introduttiva per ciascuna pratica oggetto d'interesse.
Detto materiale è stato riorganizzato, oltre che aggiornato, e si
trova attualmente racchiuso sotto la voce Materiali
d'orientamento di questa nuova edizione. L'impostazione è stata
completamente modificata. Le pratiche filosofiche sono ivi raggruppate per filoni
d'appartenenza, anziché per singole pratiche, in base alla loro vocazione operativa e/o
alla diversa collocazione socio-culturale.
Oggigiorno Internet si riempie di contenuti e il presente
lavoro è stato concepito e realizzato proprio sulla base di una tale
constatazione. Anziché rimandi elettronici e semplici informazioni,
vengono qui anche accennate e parzialmente discusse alcune delle principali
questioni teoriche riguardanti le pratiche filosofiche. È bene tenere
sempre presente la natura problematica dell'ambito di riferimento,
sebbene l'articolazione ordinata dei diversi aspetti trattati e la
stessa forma scritta dell'esposizione possano far pensare ad una certa
linearità e compiutezza.
Per
agevolare il lettore, l'intero lavoro è stato impaginato e reso
disponibile in versione .pdf, scaricabile gratuitamente dalla Pagina
editoriale dei "Marginalia".
A2.
Introduzione
A2.1
Presentazione generale
L'idea di
denominare "pratiche filosofiche" una certa classe di
attività intellettuali, racchiudendo il tutto entro un unico orizzonte tematico
(come già avveniva nella versione 1.0 di questa sezione), può essere sunteggiata mediante la metafora geometrica della ricerca infinita del punto d’incontro di un fascio di parallele euclidee. Le parallele sono le diverse pratiche filosofiche
correntemente in uso, con le loro numerose parvenze di contatto. Più in là, sempre avanti nel medesimo verso di scorrimento, giace
l'ideale punto d’incontro: si tratta di un
contesto fondativo comune, ben lungi, allo stato attuale, dall’essere del tutto riconosciuto e sufficientemente definito, e senza di esso viene meno coerentemente la
nozione stessa del parallelismo in questione. Fuor di metafora: l’esistenza di un
uni-verso fatto di pratiche filosofiche ancora non può essere
data per scontata, allo stato attuale, proprio come il fascio di parallele (della metafora) e il loro punto d’incontro all’infinito esistono solo in uno spazio di tipo euclideo e non in altri concepibili.
È una questione di assunzioni di base, punti di vista.
A2.2
Quae sunt?
Le pratiche
filosofiche sono fenomeni socio-culturali affermatisi, per lo più indipendentemente, nella seconda metà del
Novecento. Si collocano nelle dimensioni molteplici dell'umano esistere contemporaneo (educazione,
formazione, lavoro, sfera pubblica o privata, tempo libero, ecc.) e più in generale nella vita di ogni
giorno. Si tratta di attività che, sotto un’apparente eterogeneità di contesti,
spunti e procedure, rivelano tutte una concezione fondamentalmente operativa
dell’esercizio
filosofico su base dialogica, con valenza autonoma (rispetto alla
tradizione codificata) e situazionata, ma al contempo estesa, popolare,
partecipativa e democratica. L'obiettivo è promuovere e/o (ri)valorizzare
l'esercizio in questione nell’ambito dell’esistenza concreta,
cercando di trascendere la conoscenza del particolare e approdare alla
visione dell'intero.
A2.3
Minima
definitio
La più
semplice definizione che si possa dare delle pratiche filosofiche è
probabilmente la seguente: esse rappresentano un tempo ed uno spazio dedicato al
confilosofare[1].
A2.4
Esercizio filosofico pratico e democratico
Il rimando teorico più ovvio e diffuso viene fatto generalmente alla figura e all’opera di Socrate o di altri filosofi dell’antichità, ma si trovano riferimenti a molti altri pensatori della tradizione
filosofica e, tra quelli più recenti, soprattutto a esponenti del pragmatismo, della fenomenologia,
dell'esistenzialismo, ecc.
La filosofia è intesa soprattutto come con-filosofare: attività e non dottrina, prassi comunitaria al di là della ristretta esperienza di settore o dell’insegnamento disciplinare. La dimensione del
modus vivendi, come carattere originario della filosofia, viene in genere ripresa esplicitamente o implicitamente nelle diverse pratiche almeno da due differenti punti di vista. Il primo consiste nella rivendicazione della possibilità per tutti gli uomini di riappropriarsi in varia misura dei grandi temi della riflessione umana; il secondo è quello del miglioramento del progetto di vita di ciascuno. L’uno esprime un principio
estensivo nella concezione della filosofia in generale; l’altro auspica un uso
intensivo di essa a livello di singoli individui o di gruppi, in ambito scolastico-educativo, ma anche nelle diverse situazioni e scelte dell’esistenza, nella formazione lavorativa, negli affari economici, ecc., per necessità o anche a scopo semplicemente
ricreativo.
Nell'uno o nell'altro caso vi sono pro e contro: ad esempio, al pericolo di travisamenti e forzature nell'applicazione pratica di nozioni e metodi filosofici, può tuttavia corrispondere una diversa e più ampia fruizione del patrimonio filosofico tradizionale; al rischio di una eccessiva "popolarizzazione" nella concezione della filosofia e del filosofare può corrispondere una maggiore ponderazione nella gestione dell'esistenza concreta del singolo; ai dubbi sul raggiungimento di risultati filosofici soddisfacenti nella riflessione ordinaria, non professionale, può fare da contro-altare
l'idea di un esercizio filosofico che non intenda affatto perseguire
risultati destinati a entrare nei manuali di settore, ma non per questo risulti meno utile a chi
lo pratichi.