SASSEVILLE M

Sasseville M., Il primo capitolo de Il Prisma dei perché: una combinazione integrata di pensiero logico e di pensiero creativo

 

In questo articolo cercherò di mostrare come il primo capitolo de Il Prisma dei perché rappresenta un esempio della relazione stretta che corre tra pensiero logico e pensiero creativo. Se è vero che il pensiero di ordine superiore è la combinazione di pensiero logico e pensiero creativo, allora questo capitolo è anche un esempio di pensiero di ordine superiore.

La definizione di pensiero logico nel programma di Lipman si riferisce ad un tipo di pensiero che conduce ad un giudizio per il fatto che è guidato da criteri, è sensibile al contesto ed è auto-correttivo. D'altra parte il pensiero creativo è un tipo di pensiero che conduce al giudizio per il fatto che si lascia orientare dal contesto, è sensibile ai criteri ed è auto-validante.

Ma che cosa è esattamente un criterio? Dico che esso è qualcosa per mezzo della quale misuriamo un'altra cosa. Per esempio, se io dico: "Se piove, prenderò l'ombrello", in questo caso il criterio è rappresentato dalla proposizione "Se piove". In base ad essa io misuro l'uso dell'ombrello. Un altro esempio potrebbe essere questo: "Se vedi qualcuno che ride, questo è un essere umano". In questo caso "qualcuno che ride" è il criterio (un segno che costituisce una precisa ragione) che io uso per misurare (per riconoscere) un'altra cosa, ossia un essere umano. Cosicché, un criterio deve essere considerato necessariamente più generale rispetto alla cosa che, tramite esso, viene misurata.

Cos'è un contesto? Esso è ciò che si riferisce a tutte le circostanze che si trovano in relazione con una particolare situazione, o anche ciò che si riferisce ad una qualità unica della situazione. In ogni caso, ci troviamo di fronte a casi singoli. Insomma, il contesto è la somma dei singoli fatti che sono in relazione a quello che stiamo cercando di misurare (usando un criterio o un altro).

Cos'è un giudizio? Nel programma della "Philosophy for children" giudizio è ciò che si riferisce a relazioni: giudicare equivale a mostrare o creare relazioni. Aggiungerei che giudicare nel modo logico o nel modo creativo equivale a rivelare o creare la relazione tra un criterio (già dato, da creare o da scoprire) ed un caso particolare al fine di misurare questo caso, al fine di scoprire o creare un nuovo criterio per mezzo del quale potremo misurare qualcos'altro. In altri termini, giudicare in modo logico o in modo creativo significa connettere quello che assumiamo come misura con quello che intendiamo misurare [...]

Il processo del pensiero creativo è un movimento di pensiero che ha il suo inizio in un caso particolare (sotto la guida del contesto) e la sua conclusione nella scoperta o la invenzione di un criterio (sensibilità verso i criteri). Ciò che si ottiene è la relazione tra un criterio e un caso particolare, ossia un giudizio. Il processo del pensiero logico, d'altra parte, è un movimento di pensiero che ha il suo inizio in un criterio (sotto la guida dei criteri) e la sua conclusione in un caso particolare (sensibilità verso il contesto). Ciò che si ottiene è la relazione tra un criterio e un caso particolare, ossia, ancora, un giudizio. Cosicché, si può vedere che il giudizio è sempre presente sia nel processo del pensiero logico che in quello del pensiero creativo.

Ora, che cosa ha a che fare tutto questo col primo Capitolo del Il Prisma dei perché? Per rispondere a questa domanda, non sarà inutile, penso, richiamare sommariamente quelli che possiamo chiamare gli otto passaggi del processo della ricerca che il capitolo stesso intende rappresentare:

1. Senso della difficoltà (frustrazione): Aristide è perplesso di fronte alla domanda del professor Brantini;

2. Dubbio: Che cosa c'è che non va?

3. Formulazione del problema: Aristide chiarisce i termini del problema;

4. Tentativo di risposta: Aristide elabora un'ipotesi;

5. Mettere alla prova le ipotesi: Aristide ricava le conseguenze logiche;

6. Scoperta di esempi che contraddicono l'ipotesi: Aristide e Lisa scoprono (o inventano) una nuova regola di logica;

7. Revisione e correzione dell'ipotesi;

8. Applicazione della nuova regola: Aristide trova delle applicazioni pratiche della nuova regola.

Ora vediamo se questi passaggi possono essere messi in relazione con ciò che io penso che siano le operazioni del pensiero che caratterizzano, rispettivamente, il pensiero logico e quello creativo.

Innanzitutto, vediamo che i primi quattro passaggi possono essere componenti del processo del pensiero creativo: 1) Aristide, di fronte ad un caso particolare, avverte delle difficoltà, 2) Quindi, si interroga (Cosa c'è che non va?); 3) Formula il problema; 4) Infine scopre (o inventa) un criterio, il quale è una regola della logica: un asserto non può essere rovesciato (reversibilità). A questo punto egli si impegna nel processo del pensiero logico usando il criterio appena scoperto per misurare diversi casi singoli (Mettere alla prova le ipotesi). Il momento logico - o forse sarebbe meglio dire il momento creativo del capitolo - arriva quando Aristide incontra Lisa. Ancora, come il primo processo di pensiero creativo, questo processo appare guidato dal contesto, cioè, dalla qualità unica di un singolo asserto (Nessun leone è un'aquila). Ma esso è anche sensibile ai criteri, nel senso che i ragazzi si impegnano in questo processo perché stanno cercando un nuovo criterio. Alla fine, quando, con l'aiuto determinante di Lisa, avrà trovato un nuovo criterio, Aristide si troverà ad operare in un nuovo processo di pensiero logico nel quale misurerà una situazione pratica applicando il suo nuovo criterio al discorso della signora Rossi.

Nel primo Capitolo de Il Prisma dei perché vi sono quattro grandi movimenti.

1. Un movimento creativo: da una particolare situazione alla scoperta (o invenzione) di un criterio;

2. Un movimento logico: da un criterio ad una situazione particolare;

3. Un secondo movimento creativo: da una singola proposizione alla scoperta (o invenzione) di un nuovo criterio;

4. Un movimento logico finale: da questo nuovo criterio ad una nuova situazione particolare.

Inoltre, sia il pensiero logico che quello creativo non sono sempre costruiti con le stesse componenti. Nel primo dei processi di pensiero creativo le componenti sono: senso delle difficoltà, dubbio, formulazione del problema ed elaborazione di una teoria o criterio. Nel secondo dei processi di pensiero creativo, invece, le componenti sono: scoperta dei contro-esempi e correzione dell'ipotesi. Nel primo processo di pensiero logico abbiamo: prefigurare le conseguenze logiche. Nel secondo processo di pensiero logico la componente è: trovare le applicazioni pratiche. Eppure, nonostante queste differenze, una costante appare evidente. Nel pensiero creativo il movimento va dal particolare (contesto o caso singolo) al generale (criterio); nel pensiero logico il movimento va dal generale (criterio) al particolare (contesto o caso singolo).

Se guardiamo a questo Capitolo dal punto di vista dei risultati, ci troviamo di fronte ad una fusione di pensiero logico e pensiero creativo. Ma, se guardiamo al capitolo dal punto di vista dei processi, allora una volta il pensiero logico arriva prima di quello creativo, mentre, un'altra volta arriva dopo quello creativo. In altre parole, la fusione di pensiero logico e pensiero creativo (ossia l'operatività simultanea dell'uno e dell'altro) rappresenta un possibile modo di vedere le cose soltanto se assumiamo il termine fusione dal punto di vista dei risultati. Questo non vuol dire che la fusione non debba essere possibile nel processo della ricerca nella forma in cui si svolge nella comunità di ricerca che si fonda sul procedimento del dialogo. Questa è un'altra questione che non posso, comunque, affrontare qui.

Infine, il contenuto del primo Capitolo rappresenta un processo di ricerca e se il processo del pensiero logico è ciò che abbiamo in questo Capitolo, allora questo processo è un processo di ricerca. Ciò significa, dunque, che la "comunità di ricerca" può essere vista come una combinazione integrata di pensiero logico e pensiero creativo, premessa necessaria per far emergere un giudizio corretto. Se è vero che l'educazione deve impegnare i ragazzi nello sforzo della ricerca per aiutarli a vedere che, ancor prima dei risultati, esiste un processo che rende possibili quei risultati e se è vero che un corretto giudizio è il risultato della fusione di giudizio logico e giudizio creativo, allora una adeguata comprensione della natura del giudizio corretto induce a considerare le sue componenti non solo dal punto di vista dei risultati, ma anche e più attentamente, da un punto di vista dinamico.

(Questo testo è una traduzione parziale dell’articolo pubblicato in inglese in "Thinking", Vol. 9, n. 2).

 

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