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P4C
La Philosophy for children rappresenta una delle più significative esperienze pedagogiche contemporanee. Iniziata negli anni '70 da Matthew Lipman, filosofo di formazione deweyana profondamente interessato a problematiche pedagogiche e fondatore dell'Institute for the Advancement of Philosophy for Children (IAPC), ha avuto ampio seguito e diffusione dapprima negli Stati Uniti e successivamente in tutto il mondo con l'istituzione di numerosi centri e una consolidata sperimentazione del programma. Organismo di coordinamento delle attività di formazione e ricerca a livello internazionale è l'ICPIC (International Council for Philosophical Inquiry with Children). SOPHIA è la Federazione europea dei Centri di Philosophy for children Il CRIF (Roma) e il CIREP (Rovigo) sono i centri italiani di Philosophy for children affiliati all'IAPC, all'ICPIC e da SOPHIA. Essi sono le uniche organizzazioni abilitate a fare formazione e a rilasciare i titoli riconosciuti a livello nazionale e internazionale. I materiali del curricolo sono pubblicati dall'editore Liguori di Napoli nella collana "Impariamo a pensare". La Philosophy for children è un progetto educativo centrato sulla pratica del filosofare in una "comunità di ricerca". In quanto tale, si sviluppa in un particolare setting di cui è responsabile un "facilitatore" adeguatamente formato. Si avvale, inoltre, di specifici materiali didattici: una serie di racconti in forma dialogica in cui i protagonisti, bambini, adolescenti, adulti, animali dialogano su problemi e questioni di natura filosofica, il valore della vita, il pensiero, il rapporto mente-corpo, la verità, la giustizia, emergenti dalla loro esperienza. Ogni racconto è corredato da un manuale per l'insegnante in cui sono fornite indicazioni procedurali e metodologiche funzionali all'approfondimento del lavoro educativo con piani di discussione, esercizi, attività stimolo. Modello metodologico di riferimento è la "comunità di ricerca", gruppo di insegnamento-apprendimento in cui è possibile costruire un percorso di ricerca comune attraverso il confronto dialogico e l'articolazione di procedure euristico-riflessive in riferimento ai temi ed ai problemi individuati in seguito alla lettura dei racconti. L'insegnante, in questo caso, è piuttosto un "facilitatore" del processo di ricerca, che segue e stimola attraverso l'uso di domande aperte, interventi di chiarificazione, approfondimento, ricerca di criteri procedurali comuni e condivisibili senza mai orientare il gruppo verso un obiettivo diverso da quello regolativo di fondo: la fedeltà allo spirito della ricerca e dell'indagine, necessariamente aperta, dinamica e virtualmente interminabile. A partire dagli anni 2005-2006 in Italia, alla luce delle esperienze di utilizzazione del curricolo con gruppi di adulti (in primo luogo gli insegnanti), si è delineata una interpretazione ed una proposta non strettamente scolastica della P4C, una Philosophy for Communities che, in quanto pratica filosofica, si confronta con altre pratiche quali la consulenza filosofica, il coaching aziendale, ecc. |
Obiettivi In generale il programma persegue l'obiettivo di for-nire un arricchimento cultu-rale e concettuale e, so-prattutto, quello di mi- gliorare le abilità speci- fiche della comprensione, dell'analisi, della soluzio-ne dei problemi, della valutazione critica delle situazioni. Nello stesso tempo, trasformando la clas-se in "comunità di ricerca", favorisce lo sviluppo della dinamica di gruppo e, quindi, orienta in senso positivo lo sviluppo socio-affettivo.
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