Pixie (V elementare-I Media)

Al di là dello specifico uso nelle classi scolastiche, Pixie è un bel racconto. Il suo fascino è racchiuso nella dolcezza con cui l’autore si accosta al mondo dei bambini, dipingendo personaggi dai tratti indimenticabili. Gli eventi raccontati appartengono tutti al registro dell’interiorità: i piccoli drammi della crescita; le lotte ingaggiate nel mondo per rintracciare il senso della propria esperienza, per costruire i significati delle cose, per riconoscere il valore delle persone.  Pixie è una bambina incredibilmente loquace e vivace. Rappresenta la parola, il flusso inarrestabile dell’oralità. Ma la parola deve fare i conti con il suo contrario: il silenzio. Bruno è il silenzio. Perciò la relazione Bruno-Pixie corre sui binari della dialettica parlare-pensare: l’uno ha bisogno dell’altro. Il pensiero, infatti, anche quello solitario e privato, non può mai essere un monologo: abbiamo sempre bisogno di confrontarci con altri punti di vista, di argomentare, di dialogare per poter crescere e pensare in modo migliore.