Striano M

Striano M., Alcune considerazioni sulla formazione degli insegnanti in Philosophy for children

La formazione degli insegnanti in P4C è un momento estremamente delicato e complesso,  in cui si gioca l’eventualità che il modello educativo e didattico proposto trovi effettiva realizzazione nelle classi.

La possibilità di costruire una "comunità di ricerca" dal gruppo di docenti in formazione, la capacità individuale del singolo docente di rimettersi in discussione su diversi piani - quello esistenziale e quello teorico e metodologico- la disponibilità al dialogo ed al confronto, l’apertura alla dimensione "interminabile" della ricerca, costituiscono elementi essenziali sulla base dei quali poter lavorare all’acquisizione delle coordinate fondamentali di riferimento per una competente gestione del curricolo .Essi emergono più o meno lentamente, nel corso del processo formativo, e ne determinano la direzione ed il senso.

La configurazione del gruppo a livello inconscio e cosciente, il ruolo che in esso riveste ogni suo membro ed il significato che il gruppo assume per ciascuno, contribuiscono alla costruzione della cornice di sfondo in cui si inquadrano i percorsi formativi personali confluenti in quello "comunitario". La natura e la modalità evolutiva di tali percorsi definiscono, poi, l’efficacia e la significatività dell’esperienza di formazione che si sta conducendo.

D’altra parte, la formazione dei docenti in P4C ha un carattere   peculiare, in quanto l’acquisizione di determinati contenuti o competenze metodologico-operative non rappresenta l’obiettivo primario del percorso formativo.

Ciò che è essenziale, infatti, è, in prima istanza, la comprensione autentica di ciò che si sta facendo e che si andrà a fare nelle classi .

La formazione è quindi intesa come presa di coscienza riflessiva : è’riconoscimento ed attribuzione di senso e significato ad una particolare esperienza che diventa formativa se ha funzione evolutiva, innestandosi in modo significativo nella sequenza di esperienze che costituiscono il bagaglio personale dell’individuo e conferendo a tale sequenza direzionalità e dinamicità.

In questo senso, allora, ci si forma come insegnanti facendo esperienza diretta di che cos’è una "comunità di ricerca", riflettendo sui materiali del curricolo, ricavandone domande e spunti di discussione, aprendosi al confronto dialogico con gli altri e considerando le possibilità di applicazione dello stesso modello formativo in classe.

L’insegnante è così condotto a conoscere i racconti nel modo in cui questi verranno proposti ai bambini e a fare esperienza in prima persona di ciò che i bambini sperimenteranno, quando verrà chiesto loro di formulare domande e quando si troveranno coinvolti nel dialogo comunitario.

Soltanto il "dimorare" in una determinata realtà come direbbe M. Polanyi, (Cfr. Polanyi, M., in Grene M., a cura di, Knowing and being,Essays by Michael Polanyi, Chicago, IL, The University of Chicsgo Press, 1969) conduce ad un’autentica conoscenza di questa.

Conoscere P4C significa quindi "dimorare" in essa, vivendola "dall’interno" .

Si tratta senza dubbio di una esperienza complessa, caratterizzata da una forte dimensione gruppale in cui sono implicati elementi affettivi e relazionali, tensioni, vissuti profondi e rappresentazioni collettive, immagini, fantasie a livello inconscio e cosciente...

Essa implica, quindi, non solo il confronto con nuovi e diversi materiali, idee, criteri metodologici, ma l’ingresso in una rete problematica di rapporti e relazioni con altri individui che rappresenta una ridefinizione dell’individualità personale.

Per questo motivo la formazione in P4C richiede tempi lunghi, una scansione regolare del calendario degli incontri che tenga conto delle dinamiche evolutive del gruppo-comunità, spazi di riflessione individuali e collettivi ... E, seppure sembri avere un termine cronologicamente determinato, in realtà è virtualmente interminabile, come lo stesso processo della ricerca...

Si ripropone, infatti, ogni volta che con la classe si lavora su una parte del curricolo, ogni volta che si rilegge un capitolo di un racconto, ogni volta in cui si creano, più o meno spontaneamente, occasioni e spazi d’incontro, di dialogo e di riflessione con il formatore e con i colleghi .

D’altro canto, se non ha spinta propulsiva, se si limita a restare un momento isolato nel percorso umano e professionale di un docente, l’esperienza formativa si rivela priva proprio di quelle connotazioni che la rendono tale .

Come nota infatti J. Dewey: "in tutti i gradi, se l’esperienza è effettivamente educativa si constata iun processo di espansione dell’esperienza" (Cfr. J. Dewey, Esperienza e educazione, La Nuova Italia, Firenze, 1967, p. 73), ed è la capacità di espandersi e di dare frutti che conferisce ad essa valore e significato.

 

 

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