Cosentino A

Cosentino A., Annotazioni di metodo

Una delle difficoltà in cui più frequentemente sembrano imbattersi gli/le insegnanti nell'applicazione del programma di Philosophy for children consiste in una interpretazione eccessivamente rigida e vincolante degli obiettivi formativi proposti. Prendiamo in esame, in modo più particolare, il racconto Il Prisma dei perché. Per ogni capitolo del libro viene presentato, nel relativo manuale per i docenti, un elenco di idee-guida. Qual è il loro valore didattico? In altre parole, che uso si può fare di ciascuna di esse all'interno dell'attività di insegnamento? Il fatto, evidente, che ogni idea-guida focalizza un tema di particolare importanza, rinviando ad un ambito di problemi a cui risulta assegnato un determinato posto nel percorso formativo, induce a pensare alle idee-guida come se fossero niente altro che obiettivi, e, quindi, la serie di abilità di pensiero che dobbiamo cercare di far apprendere agli alunni.

Ora, questo è vero, ma solo in parte. Per fare un esempio particolarmente significativo, possiamo riferirci alle numerose idee-guide che hanno relazioni con la logica. Ebbene, l'apprendimento delle regole della logica, soprattutto di quella formale, non è considerato da Lipman un vero e proprio obiettivo di questo racconto e neanche, più in generale, dell'intero curriculum. Qual è, allora, il senso da attribuire alla logica all'interno del percorso formativo basato sull'utilizzazione del Il Prisma? La logica rappresenta uno strumento: non un fine, bensì un mezzo. Quello che conta - l'obiettivo vero- è piuttosto l'esperienza, che gli alunni sono chiamati a fare, di riflettere col pensiero sulle stesse operazioni e sulle procedure del pensiero. L'obiettivo, pertanto, consiste nella progressiva presa di coscienza, da parte degli alunni, della loro attività di pensiero, di modo che da spontanea si avvii a diventare riflessa. Il passaggio è dalla cognizione alla metacognizione. Stando così le cose, appare fuorviante qualsiasi prospettiva ten-dente ad enfatizzare i contenuti ed i passaggi specifici degli argomenti di logica. Allo stesso modo sarà fuorviante cercare la perfezione tecnica e impostare il corso come se fosse un corso di logica fatto da esperti: non è affatto necessario (anche se potrà essere utile) conoscere la sillogistica aristotelica per procedere nel nostro lavoro.

Qui importa tenere presente che il programma di Lipman, per quanto essenzialmente formativo, si alimenta, tuttavia, ad una sorgente, la tradizione filosofica, che ha i suoi contenuti peculiari. La logica costituisce uno degli elementi di questo corpo di conoscenze. La storia della filosofia presenta i contenuti della nostra tradizione filosofica come sequenza cronologicamente ordinata di teorie e sistemi, oltre che come inventario di autori. Ora, anche se non sono nominati gli autori e anche se non ci sono riferimenti espliciti ai momenti della storia della filosofia, nei racconti della Philosophy for children la nostra tradizione filosofica è tutta presente, con tutti i suoi contenuti.

Il problema, allora, si pone nei termini seguenti: stiamo facendo un corso di storia della filosofia camuffato, o stiamo facendo altro? In altre parole, sono ancora i contenuti che contano? La risposta deve necessariamente escludere come fine di questo corso l'acquisizione di particolari contenuti. I contenuti, come in ogni prospettiva di pedagogia per obiettivi, sono strumenti e materia insostituibili, ma solo come tali vanno considerati. Allora, quali sono gli obiettivi di un corso basato sull' utilizzazione di un testo come Il Prisma dei perché? Sintetizzando, si potrebbe rispondere: la scoperta del pensiero e nello stesso tempo, della possibilità di riflettere sulle sue molteplici forme e possibilità attraverso il medium del linguaggio nell'intersoggettività del dialogo.

I ragazzi devono essere messi nelle condizioni, con l'ausilio del testo, di parlare insieme dei loro pensieri, facendo in modo che essi siano sempre meno i loro pensieri e sempre più il pensiero. Il compito dell'insegnante, lungo questo percorso, consiste, allora, in interventi (essenzialmente domande e non risposte o spiegazioni) mirati ad ampliare l'orizzonte della riflessione nella dimensione del possibile, procedendo dal particolare al generale, dal soggettivo all'oggettivo, dalle scuse alle buone ragioni.

 

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