ISTITUTO COMPRENSIVO DI TREPUZZI (LECCE) Resoconto di un anno di attività con la P4C |
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Il 6 settembre 2002 ha avuto inizio il corso di formazione del gruppo docente (relativo ai tre ordini di istruzione), curato dal professore Antonio Cosentino: alle lezioni teoriche sono seguite delle sessioni di lavoro realizzate dapprima fra i docenti ed in seguito in classi campione.
RELAZIONE FINALE Nella riunione del 24 giugno 2002 il Collegio Docenti approva la sperimentazione nella nostra scuola del curricolo della “Philosophy For children” per l’anno scolastico 2002/03. Tale progetto rappresenta un nuovo modello didattico, rivaluta la professionalita’ docente, la creativita’ e l’affettivita’ degli alunni e realizza la continuita’ verticale tra classi e gradi di istruzione. Il 6 settembre 2002 ha avuto inizio il corso di formazione del gruppo docente, curato dal professore Antonio Cosentino: alle lezioni teoriche sono seguite delle sessioni di lavoro realizzate dapprima fra i docenti ed in seguito in classi campione. La partecipazione significativa dei docenti, dei tre ordini di istruzione, ha permesso di realizzare il progetto nelle sezioni della scuola materna “Zona Gallotta”, in tutte le classi della scuola elementare, nelle classi 1 D- 2 D- della scuola media.
A tempo è stato redatto un progetto, consegnato al dirigente scolastico, in cui sono illustrate le finalità, gli obiettivi, la metodologia, gli strumenti, i tempi , le attività, la verifica che costituiscono la proposta curriculare. Il curricolo della “Philosophy for children” rappresenta un modello didattico di educazione al pensiero che si propone lo scopo di sviluppare nel bambino un pensiero creativo che gli permetta di reagire coscientemente al condizionamento socio-culturale, ma nello stesso tempo, per le sue caratteristiche, è in grado di migliorare anche le abilità emotive, affettive e sociali in genere, ponendosi come strumento di educazione civile e morale. Subito dopo il corso di formazione si è avviato il progetto con sessioni settimanali nei laboratori allestiti. Nella seconda metà del mese di novembre si è realizzato il secondo momento del corso di formazione: presente il prof. Cosentino, ogni docente ha relazionato sulla propria esperienza in corso ed ha tenuto una sessione tipo. Relativamente agli alunni della scuola materna, i bambini, attraverso l’ascolto di alcuni episodi tratti dal libro“L’ospedale delle bambole”, hanno compreso e distinto la realtà dalla fantasia; hanno acquisito alcuni valori,quali: l’amicizia e la bontà; hanno socializzato e compreso le regole di vita scolastica, anche se mantenere costante l’attenzione resta ancora difficoltoso; ma soprattutto: sono diventati critici! Dopo aver sperimentato per un anno il curricolo “Philosophy for children”, si può giungere alle seguenti conclusioni : all’inizio è stata soprattutto la curiosità ad avvicinare noi docenti al progetto, conoscendolo ne abbiamo apprezzato la valenza educativo-didattica e, trasmettendo il nostro entusiasmo agli alunni, abbiamo potuto realizzare positivamente il curricolo. Affermare che gli alunni siano già diventati una comunità di ricerca sarebbe eccessivo, ma essi certamente hanno raggiunto un buon grado di autogestione. La figura dell’insegnante onnipresente e onnipotente è stata superata e messa in secondo piano, anche se in alcuni ragazzi rimane ancora da superare una visione panteistica del proprio io. La facilità con cui, durante la sessione, si giunge alla definizione della tematica comune su cui discutere, evidenzia che c’è una buona unità di gruppo, da cui va enucleandosi il gruppo di ricerca. I ragazzi partecipano sempre con entusiasmo alla realizzazione della sessione : è un modo diverso di incontrarsi, di dialogare, di ascoltarsi e di confrontarsi: il fine ultimo è che ciò diventi il loro “ modus vivendi”:
Nel gruppo di ricerca anche il ragazzo con problemi si apre più facilmente al dialogo e c’è da parte dei compagni l’ascolto ed il rispetto per il suo handicap. E’ questo un momento in cui emergono eventuali conflitti esistenti fra i ragazzi e la semplice discussione porta al chiarimento e alla soluzione del problema. Ma è anche un momento di ripiegamento interiore e di riflessione sui propri atteggiamenti che conduce ad un maggiore grado di maturità. Infatti nel corso di una sessione alla domanda: <<Quando mi sento stupido?>> un alunno ha risposto: <<Lo scorso anno, quando ancora non facevamo questa attività, io non avevo riflettuto sulle tematiche che di volta in volta affrontiamo, pertanto, ripensando al fatto che prima mi arrabbiavo e mi offendevo per niente, tutto questo ora mi fa sentire stupido>>. Ogni ragazzo offre al gruppo la sua visione della vita, e inoltre la maturazione del principio della convivenza democratica lo porta al rispetto dell’opinione altrui. Il gruppo si arricchisce ogni volta dell’esperienza di ognuno e come un caleidoscopio riflette la realtà nelle sue mille sfaccettature. Si ha la possibilità di individuare la realtà familiare e socio-culturale del bambino, l’eventuale presenza di contrasti con i genitori, i rapporti di amicizia presenti nel gruppo classe, senza dimenticare che ogni sessione attraversa verticalmente ogni disciplina in quanto ci sono i momenti della lettura del brano, della cognizione del contenuto, dell’individuazione, dell’ articolazione ed esposizione delle proprie idee, ed ognuno, rapportandosi con gli altri , chiama in causa le proprie competenze. Il 18 giugno 2003 si è svolto l’incontro finale dei docenti che hanno partecipato all’esperienza del Progetto nel corso dell’anno scolastico. I presenti si sono espressi positivamente in merito, ritenendo opportuno continuare le sessioni nel prossimo anno scolastico, affinché le scolaresche sviluppino ulteriormente il processo di maturazione del pensiero già avviato e contemporaneamente altre classi intraprendano la nuova esperienza.
Trepuzzi 27/06/2003 Docenti Referenti
Il 18 giugno 2003 si è svolto l’incontro finale dei docenti che hanno partecipato all’esperienza del Progetto nel corso dell’anno scolastico. I presenti si sono espressi positivamente in merito, ritenendo opportuno continuare le sessioni nel prossimo anno scolastico, affinché le scolaresche sviluppino ulteriormente il processo di maturazione del pensiero già avviato e contemporaneamente altre classi intraprendano la nuova esperienza. Nella riunione del 24 giugno 2002 il CollegioDocenti ha approvato la sperimentazione nella nostra scuola del curricolo della “Philosophy For children” per l’ anno scolastico 2002/03.
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Le mie osservazioni sul gioco “philosophy for children”
A chiusura
si riportano le osservazioni di un’alunna di quinta elementare, che
riflettono nella loro autenticità e semplicità il successo Il gioco “philosophy for children” a me e ai miei compagni è piaciuto molto. Questo gioco lo abbiamo svolto per tutto l’anno scolastico insieme alla nostra maestra di storia e alla maestra del Cineforum. “Philosophy for children” mi ha insegnate tante cose che io prima non facevo spesso, ad esempio mi ha insegnato a pensare, a ragionare, a riflettere quando leggo e a riflettere nel formulare un pensiero prima di esporlo. Mi ha anche insegnato a stare con gli altri : ad ascoltare i compagni, a rispettare il mio turno prima di parlare, a discutere e a rispettare ogni idea. Inoltre questo gioco per me era come una fonte del sapere , perché ognuno esprimeva il proprio parere e ci si arricchiva sempre più di nuove parole e pensieri. Questo gioco per me è stato molto bello ed interessante soprattutto perché ogni volta che dovevamo scegliere il tema della discussione uscivano sempre nuove idee , si voleva conoscere sempre il perché delle cose, delle azioni, delle opinioni e questo ci coinvolgeva molto. In questo gioco io ed i miei compagni ci siamo sentiti più maturi perché sembrava di partecipare veramente ad una conferenza. L’aiuto delle nostre insegnanti c’è stato, ma , man mano che è passato il tempo, loro non hanno non hanno dovuto più controllarci e rimproverarci più perché abbiamo imparato a gestirci da soli. Questa attività noi l’abbiamo definita un gioco proprio perché lo è diventato dopo esserci aperti e dopo averci preso gusto. Questo progetto a me è piaciuto molto e mi piacerebbe tanto poterlo continuare nella scuola media.
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