[Approfondimento]

Metodo Feuerstein

Lo psicologo israeliano Reuven Feuerstein si è occupato soprattutto di soggetti deprivati socio-culturalmente e con bassi rendimenti scolastici. Negli anni settanta ha sviluppato gran parte degli strumenti utilizzati nel metodo che porta il suo nome. Esso ha come obiettivo soprattutto il potenziamento delle abilità cognitive.

È basato sui principi di Modificabilità Cognitiva Strumentale (MCS) e di Esperienza di Apprendimento Mediato (EAM).

Modificabilità Cognitiva Strumentale (MCS)
Generalmente, tutti i metodi di insegnamento si basano in un modo più o meno esplicito sull'ipotesi di modificabilità dell'intelligenza umana. Il cervello è composto da alcuni miliardi di neuroni collegati fra di loro. Nel corso della vita di un individuo, il numero di neuroni cambia e anche le interconnessioni fra le varie cellule si ristrutturano. La variazione del numero di neuroni e delle loro interconnessioni dipende sia da fattori biologici che dagli stimoli provenienti dall'ambiente. Se l'intelligenza di un individuo dipende dalla struttura del cervello e se la struttura varia, allora anche l'intelligenza subisce delle modificazioni. In ciò consiste nell'MCS (SCM in inglese, Structural Cognitive Modificability) la "plasticità dell'intelligenza" e la "educabilità cognitiva", che oltre all'infanzia coprono l'intero arco di vita di un individuo. È come se l'organismo si adatti, mediante ristrutturazione psicodinamica, a situazioni nuove o più complesse dell'ambiente. Per Feuerstein, ad esempio, il disequilibrio con l'ambiente può essere chiamato "motivazione", e senza una buona motivazione non è possibile realizzare un apprendimento.

Esperienza di Apprendimento Mediato (EAM)
L'azione di un qualsiasi oggetto che si pone tra l'individuo e l'ambiente circostante è chiamata "mediazione". L'oggetto che crea la mediazione prende il nome di "mediatore" (può essere l'educatore, la società, la cultura, l'ambiente, ecc.). Il mediatore altera le percezioni dell'individuo ed influenza di conseguenza le sue risposte. Alterando la percezione degli stimoli, le mediazioni possono favorire oppure ostacolare i processi di apprendimento.

ApprMEDIATO.gif (8331 byte)La famiglia, la società, il contesto culturale, ecc. generalmente fungono da mediatori nel rapporto fra il soggetto e il suo ambiente (nei confronti del sé, degli altri e del mondo); e questo accade "naturalmente", secondo le caratteristiche tipiche di ciascuno degli elementi menzionati. Nell'ambito della formazione, invece, si parla di "Esperienza di Apprendimento Mediato" EAM (MLE in inglese, Mediated Learning Experience) tutte le volte che un formatore crea intenzionalmente stimoli e mediazioni al fine di provocare un particolare apprendimento. (Cfr. figura accanto.) Alla fine il risultato può essere il medesimo, rispetto ai precedenti casi, ma ciò che cambia è proprio l'esistenza o meno alla base di un chiaro progetto formativo.

Il metodo di Feuerstein si basa sulla modificazione cognitiva causata appunto dalle esperienze di apprendimento mediato. Per poter modificare la capacità di ragionamento di un individuo occorre sottoporre lo stesso ad opportuni stimoli.

Il metodo viene applicato da un insegnante (formatore, mediatore) ad un gruppo limitato di allievi (circa una decina). Durante le lezioni viene data grandissima importanza a: (1) verbalizzazione del pensiero, (2) riflessione, (3) condivisione, (4) pensiero analogico.

VERBALIZZAZIONE
La verbalizzazione favorisce il formarsi del pensiero e ne facilita la memorizzazione. È presente in quasi tutte le fasi della lezione. L'idea è che il linguaggio influisca fortemente sulla qualità del pensiero, in quanto aiuta gli studenti a comprendere meglio l'argomento esposto.

RIFLESSIONE
Riflettendo ed osservando accuratamente il mondo circostante è possibile raccogliere un maggior numero di informazioni sul problema da risolvere. Tanto più alto è il numero di informazioni raccolte, tanto più probabile sarà trovare una delle possibili soluzioni.

CONDIVISIONE
Menti diverse fanno ragionamenti diversi. La diversità va vista come ricchezza e permette di ampliare le proprie capacità di ragionamento. Grazie alla condivisione è possibile capire come risolvere un determinato problema in modi diversi con ragionamenti diversi. Inoltre la discussione con altre persone su un particolare argomento permette di avere un riscontro immediato della validità delle proprie tesi.

ANALOGIE
La mente umana è in grado di fare un numero limitato di ragionamenti. Ragionamenti simili vengono applicati nei campi più disparati. Una parte importante delle lezioni del metodo Feuerstein è dedicata al ragionamento analogico. Tanto più una mente è allenata a fare analogie, tanto più semplice diventa il trovare la soluzione ad un problema nuovo. La maggior parte dei problemi nuovi possono essere visti come problemi vecchi posti in un modo diverso.

Le lezioni del metodo Feuerstein hanno una particolare organizzazione. Ogni parte della lezione ha la sua importanza e non dovrebbe essere mai tralasciata

[ Cfr. TAVOLA 1: Organizzazione della lezione ]

Durante le lezioni, l'obiettivo principale non sono i contenuti trattati. Essi non hanno importanza e servono ai discenti solo per giustificare l'utilizzo di certe facoltà mentali. L'importante è ristrutturare cognitivamente l'alunno in modo che i suoi processi mentali siano il più possibile efficienti.
Il pensiero viene scomposto in un insieme di operazioni elementari. Per compiere una operazione elementare bisogna utilizzare le funzioni base del cervello denominate "funzioni cognitive". Feuerstein propone di suddividere le varie funzioni cognitive in tre gruppi: input, elaborazione (o esecuzione) e output.

[ Cfr. TAVOLA 2: Elenco sommario funzioni cognitive ]

Quando ci si accorge che l'allievo non riesce ad eseguire un compito, allora occorre individuare quali operazioni elementari non è stato in grado di applicare. Si tenta poi di insegnare ad utilizzare opportunamente le funzioni cognitive presenti, di sviluppare quelle non utilizzate oppure di sostituire l'operazione elementare con una sequenza di altre operazioni elementari che l'allievo è in grado di realizzare con maggiore facilità. Il tutto è individuato e raccolto dall'insegnante nella cosiddetta "carta cognitiva".

Gli strumenti operativi sono costituiti da materiale altamente strutturato, tra cui troviamo il "Programma di arricchimento strumentale" (PAS, del 1980) e la "Valutazione dinamica del potenziale di apprendimento" (LPAD, del 1979).

Programma di arricchimento strumentale (PAS)
Messo a punto da Feuerstein negli anni settanta, il programma PAS (EIP in inglese, Enrichment Instrument Program) è formato da una serie di schede poste in ordine di difficoltà crescente (in fascicoli, ciascuno dei quali è mirato a stimolare una specifica attività cognitiva), per ristrutturare cognitivamente un determinato soggetto. Vi sono 500 schede, e ciascuna di esse può essere utilizzata per una esperienza di apprendimento mediato, cioè corrisponde ad una lezione. Il numero totale delle schede del PAS dà un'idea del numero di ore necessarie per portare a termine il programma (500 schede ® ca. 500 h di lezione).
Gli strumenti del PAS non hanno particolari contenuti e sono stati creati per poter lavorare su particolari funzioni cognitive isolando quelle che in un certo momento non interessano. Il fatto che gli argomenti trattati nel PAS siano scollegati, cioè non descrivono un percorso contenutistico unitario e progressivo, consente di operare con più facilità anche su soggetti che hanno avuto esperienze scolastiche negative.

Valutazione dinamica del potenziale di apprendimento (LPAD)
È essenzialmente una batteria di test, per valutare la modificabilità cognitiva. (1. Quali sono le funzioni cognitive carenti; 2. quali sono quelle che possono essere sviluppate; 3. con quale velocità è lecito aspettarsi che l'allievo riesca a progredire.) Al contrario di certi test di intelligenza, con cui è possibile ottenere al massimo una visione "statica" della mente (cioè le prestazioni mentali che un individuo ha in un determinato momento della sua esistenza), il metodo di Feuerstein permette di osservare quali sono le attuali potenzialità di apprendimento di un allievo.
Esso prende il nome appunto di "Valutazione dinamica del potenziale di apprendimento" VDPA (LPAD in inglese, Learning Potential Assessment Device), ed è esso stesso uno strumento operativo del curricolo, in quanto il ciclo applicativo comprende anche esperienze di apprendimento: Confrontando le misure iniziali e le misure finali delle capacità mentali, si riescono ad individuare quali sono le funzioni cognitive che possono essere sviluppate con maggior facilità. Come materiale didattico si utilizza una parte degli strumenti del PAS, più altri strumenti sviluppati appositamente per facilitare la misura della variazione delle capacità cognitive. Anche con il LPAD viene fatto largo uso della "carta cognitiva" per scomporre l'attività mentale in processi elementari e per memorizzare come le funzioni cognitive vengono utilizzate.

 

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TAVOLA 1

Schema organizzazione della lezione


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TAVOLA 2

Elenco sommario funzioni cognitive


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Cenni bibliografici

Feuerstein R.,
Non accettarmi come sono, Sansoni, Firenze 1995.


D'Amato F., Florian R.,
Il programma Feuerstein, Giunti Lisciani, Teramo 1989.

Damnotti S.,
Come si può insegnare l'intelligenza, Giunti Lisciani, Teramo 1993.

Serafino B.,
"L'approccio di R. Feuerstein: aspetti teorici e sistemi applicativi", in: Id. (a cura di), Ritardo mentale e disabilità, Associazione Oasi Maria SS., Troina (En) 1997.

Vanini P.,
Il metodo Feuerstein, in «IRRSAE-ER/ Innovazione Educativa», novembre/dicembre 1993.

 


 

A. Volpone © Sezione Pratiche Filosofiche di www.FILOSOfare.org - Luglio 2005     [ FRSTN, pagina di 1 di 1]