[Approfondimento]

Caffè filosofico/ Café philò (CP)

La ricerca filosofica è un'attività libera e gratuita, in cui il soggetto coinvolto è disponibile a [mettersi intellettualmente alla prova], a sospendere le preoccupazioni funzionali e le certezze quotidiane, è disponibile a pensare con sincerità a ciò che si ritiene importante per sé e per la propria vita: è il tempo che di solito si sperimenta nei giorni di festa, in cui si guardano le cose per il puro desiderio di incontrarle.
L'esperienza di filosofia è quindi un gioco serio, orientato alla ricerca vivente dell'anima. Perché non prendere sul serio anche l'invito alla "synousìa" come condizione relazionale-comunicativa entro cui fare un'esperienza di filosofia insieme in un gruppo, magari in un caffè? La scintilla della verità affiora quando i partecipanti ricercano, in modo partecipato e cooperativo, nel comune legame che nasce dal coinvolgimento dell'anima e dal desiderio di sapere. Vi sono delle condizioni per fare un'esperienza di filosofia che necessariamente contemplano il rispetto delle regole procedurali del comunicare razionale e democratico, tollerante ed aperto, rispettoso dell'altro e disponibile all'ascolto. Se ne possono accennare alcuni di seguito.
La distribuzione della parola ai partecipanti (raccogliere le offerte di parola, assegnare un tempo definito – per es. tre minuti – a coloro che vogliono intervenire, dare la precedenza a chi non ha parlato rispetto a chi lo ha già fatto), la chiarezza, la semplicità, la franchezza nell'esposizione, l'impegno a dare ragione argomentata delle proprie affermazioni, a rendere controllabili, criticabili pubblicamente le proprie idee, disponibilità alla problematizzazione, a non essere dogmatici, ma disponibili al cambiamento, ad accettare il dubbio e l'errore.
Naturalmente ciascuno può tener conto di sentimenti, emozioni, può usare umorismo e fantasia; l'importante è che poi si ragioni argomentando sugli stessi oggetti su cui si è esercitato un altro gioco linguistico-espressivo (estetico, scientifico o altro).
Occorre garantire un clima di autenticità e di serenità, bandendo pregiudizi e antagonismi personalistici; occorre garantire il rispetto delle idee di tutti, assicurare impegno all'ascolto attento, orientare i discorsi alla moderazione, anche nella forma e nel tono, evitare alterazioni e non consentire violenze verbali.
Non sono tuttavia sufficienti le regole procedurali del comunicare perché una discussione possa dirsi filosofica.
È necessario anche condividere atteggiamenti e valori relativi alla ricerca della verità, sia pur parziale, intersoggettivamente discussa, orientativa, ma pur sempre desiderata come tale, in modo da raggiungere,
attraverso la sottomissione al dominio della ragione e dell'argomentazione migliore, la disponibilità alla problematizzazione e la condivisione di un atteggiamento di gratuità e di disinteresse. 

 

[ Brano estratto da:  M. De Pasquale, Al caffè con Socrate, Stilo, Bari 1999, pp. 31-33 ]


 

A. Volpone © Sezione Pratiche Filosofiche di www.FILOSOfare.org - Luglio 2005          [ CP, pagina di 1 di 1]